Storia dell'arte contemporanea
Alla scoperta della STORIA dell'ARTE
STORIA DELL'ARTE CONTEMPORANEA
L'arte moderna: costruzioni in ferro e pittura all'aperto
Nell'Ottocento profonde trasformazioni sociali ed economiche, insieme ad importanti scoperte scientifiche portarono radicali cambiamenti nella vita dell'uomo. Lo sviluppo della grande industria attirò nelle città gli abitanti delle campagne determinando un rapido aumento della popolazione. Gli scambi per terra e per mare e le comunicazioni furono facilitati dall'evoluzione della macchina a vapore, mentre la fotografia tolse alle arti figurative il compito di riprodurre la realtà. L'architettura dovette creare edifici per la vita collettiva, dalle stazioni alle banche, dai grandi magazzini agli uffici, alle abitazioni concentrate in blocchi sovrapposti. Per le nuove necessità vennero ripresi gli stili architettonici del passato ma accompagnati dall'uso di materiali mai prima usati in architettura e prodotti in gran quantità dall'industria: ferro, vetro e in seguito cemento. Questi materiali favorirono una vera rivoluzione nell'arte del costruire e furono usati soprattutto per delimitare gli spazi coperti dei giganteschi padiglioni delle prime Esposizioni Universali. Verso la fine del secolo lo stile Liberty (1890-1910) sfruttò la duttilità del ferro, del vetro, del cemento armato per modellare con leggeri motivi floreali, con sinuose linee, con arabeschi e motivi dell'arte orientale facciate di edifici, lampade, cancellate, vetrate ed oggetti d'arredamento.
La pittura dell'Ottocento inizia con la rivalità tra romantici ( 1815-1850) e neoclassici (1770-1830): i primi criticano la fredda perfezione del bello ideale e preferiscono ai ricordi greco-romani le rievocazioni del Medioevo. Alla compostezza, al senso della misura e dell'equilibrio, cari all'arte neoclassica, i romantici oppongono la rappresentazione appassionata dei sentimenti con modi più spontanei di dipingere. Una visione soggettiva del mondo è alla base del movimento romantico, lo sguardo è rivolto all’infinito, all’interiorità, alla spiritualità, poiché dipingere è sentire. Questi artisti danno grande rilievo al paesaggio in cui proiettano i loro stati d'animo, mettendo in luce momenti e aspetti della natura, quali la sera, il tramonto, il mare tempestoso, tutti richiami agli aspetti della vita e dell'esistenza, dalla solitudine all'inquietudine al grande senso del mistero. E’ esaltato il sentimento e la natura vista come forza creatrice si fa tramite del divino.
Verso la metà dell'Ottocento gli artisti che aderirono al Realismo e Naturalismo (1840-1880) accusano i romantici di essere troppo preoccupati di manifestare i propri sentimenti e troppo poco attenti alla realtà che li circonda, per nulla misteriosa, fatta di uomini e donne che vivono e lavorano, spesso con dura fatica. La natura interessa ai pittori realisti, come ambiente legato alla presenza e al lavoro dell'uomo, che essi rappresentano con grande partecipazione. La bellezza della natura prende il posto della bellezza ideata dalla mente umana. Sguardo critico sulla realtà, oggettività e rappresentazione della natura senza idealismi, senza deformarla o abbellirla. Impersonalità. Arte democratica. In questi anni grazie alla nascita del colore in tubetto i pittori possono spostarsi liberamente da un posto all’altro, come se avessero un “atelier portatile”.
Il movimento che veramente sconvolse la pittura dell'Ottocento fu l'Impressionismo (1870-1900), che nella seconda metà del secolo trasformò la pittura, introducendo una nuova concezione del colore. Nei quadri degli impressionisti, dipinti all'aria aperta (en plein air), le figure e il paesaggio sono immersi in una chiara atmosfera e l'artista cerca di riprodurre le sensazioni che l'occhio percepisce quando osserva la realtà. L'elemento più importante del quadro non è la linea, il volume o la prospettiva, ma la vibrazione luminosa del colore, la luce. La loro è una pittura dell’istante. Gli artisti protestano contro l’arte pompier e la loro prima mostra è del 1874. La patria dell'Impressionismo fu Parigi, che nei Salons e in altre mostre accolse la nuova pittura di Manet, Monet, Renoir, Degas, Cezanne e degli altri pittori.
In Italia un movimento parallelo fu quello dei Macchiaioli (1860-1880) che espresse la realtà sociale del tempo, quella semplice contadina, attraverso una tecnica innovativa fatta di pennellate accostate, macchie di colore senza chiaroscuro.
Il secolo si chiuse con la sconvolgente esperienza pittorica di diversi artisti definiti Post impressionisti, quali Cezanne, Gauguin e Van Gogh . Essi rifiutarono la sola impressione visiva e superficiale degli impressionisti, convinti che la vera realtà non risiede solo nel fenomeno. Relazioni col Simbolismo (1880-1900), poiché la tela è lo specchio dell’anima, abbandono del realismo e ripristino dell’idea. Nel mondo dei fatti c’è qualcosa di inconoscibile. La loro pittura esprime il loro mondo personale, recuperando il valore di forma e colore. Gli artisti in questo secolo occuparono nella società un posto nuovo: usciti dal fasto delle corti e non più sotto la protezione dei potenti, essi spesso lottarono in povertà per coltivare la propria arte ed affermare la propria personalità contro le imposizioni della tradizione accademica. Le mostre, i critici e i mercanti d'arte divengono mediatori tra il pubblico e le nuove tendenze. Van Gogh espresse sulla tela la sua angoscia in maniera così intensa da rendere l'osservatore partecipe del suo dramma, tanto da essere considerato un anticipatore dell’Espressionismo. Cezanne con la sua elaborazione pittorica che voleva la realtà scomposta nelle tre forme essenziali – cono, cilindro e sfera – è considerato un precursore del Cubismo. Mentre Gauguin con i suoi colori esaltati, la bidimensionalità e la linea marcata di contorno (cloisonnisme) anticipò il Fauvismo.

Canova
Le tre Grazie
Caspar David Friedrich
Viandante sopra un mare di nebbia 
Segni del nostro tempo: lo spazio al servizio della societa', l'arte come ricerca.
Gli spazi aperti mettono sotto i nostri occhi in modo clamoroso i messaggi visivi del nostro tempo. L'uomo oggi non costruisce più cattedrali o palazzi principeschi, ma grattacieli e strade, impianti sportivi, ponti, gallerie, fabbriche, aeroporti, dighe e centrali elettriche, tutte costruzioni al servizio della collettività. Frank Lloyd Wright creò un'architettura che fu detta organica perchè sapeva armonizzare le strutture edilizie all'ambiente circostante, adattando materiali, forme e colori alla natura del luogo. Se osserviamo l'ambiente urbanizzato di oggi, dobbiamo constatare che le idee dei grandi architetti d'avanguardia sono state spesso ignorate o travisate, la speculazione edilizia per sfruttare al massimo i terreni ha spesso distrutto il verde e soffocato lo spazio con quartieri anonimi, privi di ogni razionalità e funzionalità. Nel nostro secolo le arti figurative sono esplose in una febbre di ricerca di nuove espressioni. Affidato alla fotografia il compito di riprodurre la realtà, gli artisti hanno sperimentato nuovi linguaggi e attuato una rivoluzionaria rottura con le opere del passato. Gli artisti d'avanguardia contrapposti agli artisti accademici o tradizionalisti, abbandonarono le regole artistiche del passato, che le accademie di pittura e scultura avevano difeso come immutabili. Fu il tramonto della rappresentazione fedele della natura, sostituendola con nuove forme adatte ad esprimere la realtà del Novecento. Un generale mutamento di mentalità si ebbe in concomitanza delle nuove scoperte scientifiche di questi anni, dalla teoria della Relatività di Albert Einstain, allo sviluppo della Psicoanalisi di Freud, dalla scoperta dei Raggi X alla fissione nucleare.
I primi decenni del secolo videro il sorgere e il declinare di correnti, ognuna delle quali diede il suo contributo alla successiva evoluzione dell'arte. Tra le pricipali abbiamo:
Espressionismo (1905-1945): tinte forti e linee esasperate, gli artisti deformano la realtà per esprimere sentimenti ed angosce dell'uomo moderno. Furono messi in discussione i valori accademici e classicisti con l’intento di rendere visibile l’invisibile, l’angoscia, il terrore, gli stati d’animo, opponendosi al tradizionalismo borghese. La deformazione è finalizzata ad accentuare l’espressività. La vera realtà non poteva essere vista ma sentita. Munch
Fauvismo (1905-1908): i pittori come "selvaggi" usano colori esplosivi senza alcuna relazione con gli oggetti che vogliono riprodurre. La forma si fa espressione, uso selvaggio del colore poiché forme e colori possiedono un contenuto espressivo proprio e indipendente dal modello naturale. Matisse
Cubismo (1908-1925): le figure tendono a scomporsi in forme geometriche, lo spazio si appiattisce, le regole della prospettiva non servono più e la stessa figura può essere rappresentata contemporaneamente di fronte e di profilo, dall'alto e di lato. Disgregazione della forma, scomposizione della realtà, attraverso una veduta multiprospettica con differenti punti di vista. Gli oggetti è come se fossero ritratti da diverse angolazioni per poter fluire della rappresentazione più completa e totale. Unita la dimensione temporale alla altre tre dimensioni. Annullamento della prospettiva tradizionale. Simultaneità. Cubismo analitico (1910-12) e Cubismo sintetico (1912-14): si passa dall’analisi delle varie forme dei vari punti di vista ad una sintesi mentale di ciò che l’artista vede, introducendo nell’opera anche elementi concreti quali carte di giornale, spartiti. Picasso Braque
Futurismo (1909-19159): esalta il dinamismo della vita moderna e dà forma visiva alla velocità impressa dalle macchine al ritmo della vita, scomponendo a questo fine forme e colori. Il tempo irrompe nel quadro. Accavallamento di diverse prospettive e celebrazione della produttività. In Italia si sviluppò in contemporanea al Cubismo in Francia. Boccioni Balla
Astrattismo (1910): ricava dalla realtà forme sempre più semplificate fino a staccarsi completamente dal mondo degli oggetti concreti. L’opera è esprimibile attraverso il segno e il colore puro svincolati da ogni rimando di carattere rappresentativo e figurativo. La realtà era rappresentata dalla fotografia, dal cinema e dalla stampa. L’arte deve essere un puro veicolo espressivo senza raccontare o rappresentare. L’arte è armonia, ritmo, equilibrio, musicalità. Kandinsky Mondrian
Dadaismo (1916-1920): è in aperta polemica contro la tradizione e usa forme esasperate e grottesche. Il nome scelto "dada", è un semplice accostamento di suoni di bambini. Il senso del non senso, è la risposta degli artisti ad un mondo allo sfascio. Fu il movimento più radicale delle avanguardie con una spirito forte di rivolta contro le istituzioni e i valori tradizionali. Esaltato il gioco, la casualità, la libertà creativa non la funzionalità. Duchamp
Pittura Metafisica (1910): crea ambienti enigmatici accostando in modo imprevedibile figure ed oggetti sospesi in una atmosfera fuori dal tempo. Classicità assoluta. Opponendosi al Futurismo tende ad esaltare l’immobilità e il silenzio, mettendo in discussione i concetti storici di tempo e spazio. De Chirico Morandi
Surrealismo (1924-1945): vuole esprimere i più profondi misteri dell'animo umano, visioni del sogno, del delirio, della follia trovano rappresentazioni conturbanti. Quadri dai sotterranei dell’anima. Surrealtà, indagato l’io e il sogno. Accettazione dell’irrazionale, poiché la realtà era ben più complessa del solo mondo immediatamente visibile. Mirò Dalì Magritte
Le opere degli artisti che diedero vita a questi movimenti d'avanguardia, misero in crisi i gusti del pubblico abituato a considerare l'arte come una riproduzione della realtà, di ciò che si vede. L'arte ora non è più oggettiva, ma soggettiva, è ricerca, un lavoro intellettuale di creatività.
Dopo la metà del secolo le arti figurative sono state animate da altre correnti dette di neoavanguardia per distinguerle dal movimento del primo Novecento, considerate ormai "avanguardie storiche".
La Pop art (1958-1965), nata in America (pop da popolare), studia i fenomeni legati alla società di massa, il consumismo, la pubblicità, i massa media, unendo talvolta tecniche fotografiche e pittoriche. Tutto è bello. Proprio dall’incontro tra arte e cultura dei mass-media nasce la pop art, la società è in rapida trasformazione e si caratterizza sempre più come società di massa dominata dai tratti positivi ed ottimistici del consumismo, dall’immagine del cinema, della televisione, della pubblicità, dei rotocalchi, del paesaggio urbano con i grandi cartelloni pubblicitari. I maggiori rappresentanti di questa tendenza sono tutti artisti americani: Rauschemberg Warhol Oldenburg Rosenquist Lichtenstein
Contrariamente la carica pessimistica degli anni successivi alla seconda guerra mondiale è ben rappresentata dall’informale anche se fu tuttavia compresa solo da una ristretta cultura d’élite. L'arte informale è, più o meno consapevolmente, la risposta artistica che l'Europa dà alla profonda crisi morale, politica e ideologica conseguente agli orrori messi in luce dalla guerra. La Pittura Informale, usa oggetti della vita reale, come sacchi rotti, legni, plastiche bruciate. Vengono infranti i limiti della tela quadrangolare. La caratteristica dell’«Informale» è di essere contrario a qualsiasi forma. Anche l’arte astratta, soprattutto nelle sue correnti più geometriche, si costruisce per organizzazione di forme. Queste, non più imitate dalla natura, nascono solo nella visione (o immaginazione) dell’artista, rimanendo pur sempre forme. L’Informale, rifiutando il concetto di forma, si differenzia dalla stessa arte astratta, costituendone al contempo un ampliamento.
L’informale gestuale, anche definito «action painting» (1958-1975), proviene soprattutto dagli Stati Uniti, e coincide di fatto con l’espressionismo astratto. Suo maggior rappresentante è Pollock. La sua tecnica pittorica consisteva nello spruzzare o far gocciolare (dripping) i colori sulla tela senza procedere ad alcun intervento manuale diretto sulla superficie pittorica. Le immagini così ottenute si presentano come un caotico intreccio di segni colorati, in cui non è possibile riconoscere alcuna forma. I quadri informali sono pertanto la negazione di una conoscenza razionale della realtà, ossia diventano la rappresentazione di un universo caotico in cui non è possibile porre alcun ordine razionale. In tal modo l’esperienza artistica diventa solo testimonianza dell’essere e dell’agire. In ciò si lega molto profondamente alle filosofie esistenzialistiche di quegli anni, che proponevano una visione di tipo pessimistico della reale possibilità dell’uomo di realizzarsi nel mondo.
Le premesse dell’Informale di gesto si legano in modo molto diretto a alcune esperienze delle avanguardie storiche. In particolare dal Dadaismo si può fa risalire il suo rifiuto per la cultura, dall’Espressionismo la violenza delle immagini proposte, dal Surrealismo l’Informale prende un principio fondamentale: la valorizzazione dell’inconscio.
Da questo esplosivo miscuglio delle principali tematiche delle avanguardie storiche scaturisce una concezione dell'arte ironica e provocatoria, costantemente tesa a negare qualsiasi valore ad ogni attività che presupponga il filtro della ragione. Passioni, tensioni e disagi devono pertanto essere espressi nel modo più libero, spontaneo e violento possibile, al di fuori di qualsiasi schema precostituito e contro ogni regola normalmente accettata.
L'evento artistico, svuotato da qualsiasi residuo valore formale, si esaurisce pertanto con l'atto stesso della creazione. In questo nuovo contesto assumono fondamentale importanza i materiali impiegati. Essi non sono più un semplice mezzo del quale l'artista fa uso al fine di esprimere le proprie idee ma, al contrario, diventano i veri protagonisti dell'opera d’arte. Le due componenti fondamentali dell'informale si precisano nel gesto e nella materia. Il primo viene fortemente enfatizzato, come già aveva fatto il Dadaismo, in quanto lo si ritiene unico momento veramente creativo. Arte non è dunque la pittura eseguita ma l'atto di eseguirla. E se arte è eseguire un gesto, il valore artistico sta nel gesto stesso, non più nel prodotto di quel gesto. Ecco allora che il gesto può essere un gesto qualsiasi, non necessariamente un gesto pittorico. Può essere un gesto simbolico, ad esempio, come quello di tagliare una tela (Fontana), o un gesto di provocazione, come quello di apporre la propria firma sul corpo nudo di una modella o, ancora, un gesto di protesta, come quello di realizzare macchie più o meno informi. La materia, infine, si trova improvvisamente in primo piano.
Tutto, allora, può diventare arte, così come è possibile che nulla effettivamente lo sia.
Diversamente dalla Pop Art, la Land- Art (terra, anni 70 del 900), volge le spalle al mondo urbanizzato dell'industria, i suoi artisti operano in aperta campagna con interventi sul territorio di cui resta spesso solo una documentazione fotografica. L'artista esce dagli spazi tradizionali quali gallerie o musei per interviene direttamente sullo spazio macroscopico della natura: ampie distese di deserto, montagne rocciose, campi ricoperti di neve, fiumi che si estendono all'infinito. Lo scopo principale dell'artista land art è creare un impatto, un'esperienza con uno spazio depurato e libero da qualsiasi condizionamento.
Fotorealismo (1965-1975)
Performance
(dagli anni 60’) è
un'azione artistica, generalmente presentata ad un pubblico,
che spesso investe aspetti di interdisciplinarità, può essere
scritta seguendo un copione o non scritta, casuale, con o
senza coinvolgimento di pubblico. Una performance può inoltre essere
eseguita dal vivo o presentata tramite dei media. Il performer
può quindi essere anche assente nel momento della presentazione. La
performance d'artista può essere fatta in qualsiasi luogo e senza
limiti di durata. L'azione di un individuo o di un gruppo in un
particolare luogo e in un particolare lasso temporale costituisce
l'opera stessa. Marina Abramovic Ulay
La Transavanguardia italiana è un movimento artistico nato nei primissimi anni Ottanta che teorizza un ritorno alla manualità, alla gioia ed ai colori della pittura dopo alcuni anni di dominazione dell'arte concettuale. Il teorico del movimento è il critico Achille Bonito Oliva.

Vincent Van Gogh
Notte stellata
Piet Mondrian

BIBLIOGRAFIA
- R.Mortara,G. Ferrari, Crescere con l'arte