Dipinti contemporanei - Sito ufficiale della pittrice e storica d'arte Elisa Marianini

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Dipinti contemporanei

Elisa Marianini

 
IMMAGINE DI ARTISTA DI UN VERO BUCO NERO
 
(Degno come universi di armonia turbati)

100 x 50 cm
 
Colori a cera metallici, encausto su tela
 
 
E la Terra sentii nell'Universo.
Sentii fremendo ch'è del
cielo anch'ella,
e mi vidi quaggiù
piccolo e sperso,
errare, tra le stelle, in una stella.
 

Giovanni Pascoli

In questo dipinto ho immaginato un buco nero anche se sono presenti nello spazio, nessuno è mai riuscito ad osservarli realmente, essi sono misteriosi e non visibili ai nostri occchi. Essi non sono in grado di emettere alcun tipo di luce o radiazione, Un buco nero è una regione dello spazio in cui il campo gravitazionale è così forte che qualsiasi cosa giunga nelle vicinanze viene attratta e catturata, senza possibilità di sfuggire all’esterno. La gravità del buco nero rende invisibile i corpi che attrae. Una caratteristica di ogni buco nero è l’orizzonte degli eventi, una superficie immaginaria caratterizzata dal fatto che in ogni suo punto la velocità di fuga e la velocità della luce si equivalgono. Se all’interno dell’orizzonte degli eventi si verifica un evento, questo non può essere visibile da un osservatore esterno: è visibile solo ciò che avviene all’esterno dell’orizzonte degli eventi. La spaghettificazione è un ipotetico effetto che avviene quando un oggetto cade verso il centro di un buco nero: poiché la forza gravitazionale di questo aumenta sempre più avvicinandosi alla singolarità centrale, la parte dell'oggetto più vicina al centro verrebbe attratta più di quella lontana col risultato che l'oggetto inizierebbe ad allungarsi e ad essere stirato in forme sempre più lunghe e sottili, per questo ho inserito forme sottili e allungate. I colori principali scelti sono il blu, colore del cielo, dell’universo e l’oro. Il mio buco nero è come un vortice, un occhio che tutto attrae e se il dipinto viene capovolto mostra una forma simile alla chiave di violino o chiave di canto o di sol, la nota base che definisce la posizione delle note a seguire, espressione e armonia dell’universo.
Elisa Marianini

 Sole e Luna
              
   
   
40 x 40 cm
   
Colori a cera metallici, encausto su tela
   
   
La luna, finché è    sola nel cielo, campeggia su tutte le stelle, ma quando poi spunta il sole,    o scompare o non si vede più. Non v’accostate mai a chi vi può eclissare,    ma a chi vi può mettere in evidenza.
   
(Baltasar Graciá)
   
          
  
In questi dipinti sono rappresentati il Sole e la Luna, essi sono esempio di una stupenda differenza: la complementarità tra maschio e femmina.
Il Sole rappresenta la parte maschile, deputato a portare la luce dove domina il buio. Allo stesso tempo e in modo a questo speculare, la Luna, idealizzando la parte femminile, ne rappresenta l’oscurità e la mutabilità delle forme.
La Luna rappresenta anche la cura materna, manifestandosi con il suo perpetuo movimento, prima crescente e poi calante, come entità regolatrice dei ritmi fisici e naturali.
Essi rappresentano chiaramente la perfetta ed eterna alternanza tra giorno e notte, in perfetto equilibrio, incarnando la sacralità di ogni umana dicotomia, come quella tra il bianco ed il nero, l’attività ed il riposo, in una rituale dialettica degli opposti: il principio della dualità.
Tale principio ci governa in tutto e spetta a noi cercare una sintesi per elevarci. Trovare quell’unità o sintesi è conoscere la pace e l’equilibrio interiore, cioè la comprensione che supera la nostra esperienza quotidiana, perché l’oscurità e la luce hanno la stessa natura e genesi, sebbene si distinguano per un grado ed una essenza diversa, proprio come l’uomo e la donna.
Elisa Marianini

“HYPNEROTOMACHIA POLIPHILI”

100 x 50 cm
Colori a cera metallici, encausto su tela


Noi non siamo esseri umani che vivono un’esperienza spirituale. Siamo esseri spirituali che vivono un’esperienza umana.
PIERRE TEILHARD DE CHARDIN

Su questa tela al centro è rappresentata la quadratura del cerchio, l’incontro tra materia e spirito, simbolo della congiunzione alchemica degli opposti e della pietra filosofale. Far coincidere matematicamente il cerchio, associato al Cielo e il quadrato alla Terra, equivale a unire il Trascendente con l'Immanente, realizzando il matrimonio mistico o rebis in cui consiste il segreto della creazione, significa in definitiva trovare la loro corrispondenza occulta, per risolvere ogni dualismo insanabile, scoprendo il senso dell'analogia enunciata da Ermete Trismegisto «come in alto così in basso». Il colore creato è il rosa tendente al viola, colore che nasce dalla mescolanza del blu e del rosso. Il primo incarna la saggezza, il secondo l’amore. Il viola è il colore del mistero e della metamorfosi ed è per eccellenza il colore della spiritualità. Esso rappresenta anche gli opposti che si uniscono, il colore del sensto senso, dell’intuizione. Per alcuni è un colore che porta sfortuna poiché il viola essendo il colore sacro durante la Quaresima nel periodo medievale, venivano vietati spettacoli pubblici e rappresentazioni teatrali causando la perdita di lavoro per coloro che vivevano grazie a questi mestieri, tanto che il colore viola divenne odiato dagli artisti e vietato in teatro. Anche la sillaba sacra OM, suono della vibrazione primordiale che ha creato l’Universo stesso ci riporta all’assoluto, alla creazione. Il titolo del dipinto Hypnerotomachia Poliphili è legato al capolavoro di Aldo Manuzio del 1499 dove il protagonista Polifilo "amante di molte cose", vaga in una sorta di paesaggio onirico bucolico-classico in cerca della sua amata, Polia intraprendendo un viaggio iniziatico che ha per tema centrale la ricerca della donna amata, metafora di una trasformazione interiore alla ricerca dell'amore platonico, tema che si colloca nella tradizione del romanzo cavalleresco, secondo le convenzioni dell'amor cortese.


Elisa Marianini
 
 
 "Il mondo in cammino"

Encausto, malta, colori a cera metallici e iridescenti  su mdf
Mis: cm 80 x 230
 
 
Il tema di questo dipinto è un viaggio attraverso l’arte dall’antichità ad oggi, partendo dalla rigogliosa Venere che richiama la fecondità del periodo paleolitico approdiamo allo sterile taglio di Fontana. L’arte ha sempre occupato un posto di grande importanza, ma gli scopi che gli artisti si sono posti, sono stati i più diversi, come ad esempio illustrare, documentare per far partecipe chi guarda l’opera d’arte, per promuovere, celebrare ruoli diversi nella società, ribadadendo gerarchie, per legittimare a volte un potere e raccogliere consenso intorno ad esso. L’arte ha  avuto scopo propiziatorio, ha convinto, ha spiegato, ha sedotto. Un viaggio che fa riflettere su come sia cambiato nel tempo il ruolo dell’uomo nel mondo e la sua visione nei riguardi di esso attraverso la sua espressione artistica.
 
Il dipinto è visto quindi come un’allegoria del cammino della vita, dove in un arco di tempo si è stati più o meno capaci a trovare il coraggio necessario per affrontarla. Al paleolitico risalgono le figurazioni così sinteticamente e intensamente espressive di animali selvatici graffiti dipinti sulle pareti e sulle volte delle grotte naturali, con finalità magica e propiziatoria, come le formose Veneri. L’uomo inizia a rappresentare anche se stesso, la propria compagna, i propri figli, il proprio gruppo sociale, con sempre maggiore realismo dovuto ad una sempre più evidente conoscenza di sé e degli altri.
 
L’arte e la cultura egizia esprimono il sentimento religioso di un popolo sostenuto da un forte attaccamento alla tradizione, lasciando in secondo piano l’uomo inteso come singolo, per celebrare invece le divinità. Gli Egizi resteranno fedeli alla loro idea di figura umana per tutta la durata della loro storia artistica utilizzando precise regole di rappresentazione: viso, gambe  e braccia di profilo, occhio e busto di fronte a mostrare l'ampiezza delle spalle.
 
Nell’arte greca viene celebratato il “bello” come segno equivalente di “buono”, come indice di una natura divina o semidivina. Il corpo è nudo perchè mostra la propria aristocratica virtù, la propria capacità di trionfare come atleta e come eroe. La figura umana è vista come suprema forza della natura, vera e propria “misura di tutte le cose”. La figura umana considerata la più eletta delle forme naturali è la più prossima alla perfezione ideale, poiché essa riassume anche nell’armonia delle proprie forme, l’infinita armonia del cosmo. Al contrario dei Greci, pur partendo dalla loro arte, i Romani sono un popolo più pratico che produce opere di ingegneria civile, come strade, ponti, acquedotti. I cittadini romani sono militari e politici: ogni loro attività è finalizzata alle esigenze di dominio, sia privato che statale. Ciò che quindi prevale nelle loro testimonianze artistiche sono gli aspetti tecnici e pratici, oppure celebrativi, come avviene ad esempio nella colonna Traiana, celebrativa del potere dell’imperatore  attraverso un rilievo storico che col suo carattere narrativo continuo, fu la prima vera manifestazione di uno stile romano. L’arte quindi è uno strumento del potere per il potere. In una fascia che si snoda a spirale per più di 200 m. sulla superficie della colonna vengono narrate le vicende della guerra vittoriosa dei Romani sui Daci.
 
Caduto l’impero romano, l'unica forza unitaria di riferimento è il Cristianesimo che anche nell’espressione artistica lascia il suo segno inconfondibile. Tutta l’arte fino al Rinascimento trova i suoi soggetti nella dottrina cristiana. Questo periodo è caratterizzato dall’arte ravennate, bizantina, franca, longobarda, ottomana, sveva, gotica, romanica. Nel Quattrocento l’uomo scopre che la bellezza del corpo umano ha anche, come tutta la natura, un fondamento matematico e poggia su precise proporzioni. L’iniziatore di questo modo di pensare è Leonardo da Vinci, il quale riesce a portare nell’immagine dell’uomo la sua natura non visibile, esprimendo quell’interiorità celata nell’esteriorità. Lui farà emergere il profondo attraverso la superficie. Egli afferma che l’uomo è “quella cosa che contiene in sé più universalità e varietà di cose”. L’uomo, eroe e dominatore, è nodo e raccordo tra gli elementi della natura e le conoscenze più disparate. L’uomo può aspirare ad essere quel ponte di collegamento tra la materia e lo spirito che da sempre egli ricerca.
 
Il periodo del Manierismo prima, e del Barocco poi, tenta di escludere dalla ricerca il bello, per puntare al vero, e se finora i canoni e l’anatomia avevano convissuto assieme, d’ora in poi i canoni  perdono importanza, non esistono più regole. L’artista è il creatore delle proprie regole. Le figurazioni  sono a metà strada tra la luce della grazia e l’ombra del peccato, trionfa una sensualità di grande impatto, come modello i poveri, quelli veri, fanno la loro comparsa per animare scene di santi e di beatificazioni.
 
Passando dal Neoclassicismo e dal Romanticismo ci si avvia poi sempre più verso la realtà sociale e la natura. Nell’Ottocento l’impatto realistico e il riferimento alla realtà si fa più forte e, soprattutto, l’artista riesce a fare a meno di giustificazioni religiose o mitologiche. I movimenti del Novecento furono però generati da un clima di profondo travaglio culturale, sociale, morale e dalle crisi politiche che portano a conflitti e guerre. L’arte si sfalda, suddividendosi in molte direttrici indipendenti, riflettendo il disorientamento che la psicanalisi ha portato nel panorama culturale dell’inizio del secolo. La scoperta, nella geografia dell’anima di regioni sommerse, nascoste, oscure, incontrollabili come  l’inconscio, smuove le fondamenta di ogni certezza, i punti saldi su cui si era ancorata la società.  In campo formale ciò equivale al dissolvimento definitivo dell’armonia,  della proporzione, della simmetria e della prospettiva che avevano imperato per secoli. L’espressionismo si pone in linea con il fauvismo e si fa interprete delle angosce dell’uomo, avverte il peso della grande tragedia della prima guerra mondiale e deforma i corpi, facendo un uso violento del colore per restituirci i turbati stati d’animo dell’uomo. Visioni che nascono e si legittimano integralmente in quel “vedere interno” che gli espressionisti oppongono polemicamente al “vedere esterno” della realtà percepibile promosso poco tempo prima dai realisti e dagli impressionisti. Il corpo, pur conservando  aspetti di riconoscibilità, è solo un pretesto per esprimere l’interiorità e i suoi fantasmi.
 
Il quadro di Pablo Picasso Guernica, è la risposta più esplicita alle atrocità  commesse. Guernica è il primo deciso intervento della cultura nella lotta politica. D’ora in poi gli intellettuali eserciteranno una forma di pressione sempre più forte sui governi, là dove la democrazia viene spesso calpestata o è in pericolo. In Guernica, non c'è colore, ma solo bianco, grigio e nero; non c’è rilievo, ed eliminare il rilievo e il colore significa tagliare il rapporto dell’uomo con il mondo, significa che non c’è più natura né  più vita.  
 
Dalì si rifugia in un altro mondo, surreale. La persistenza della memoria raffigura una terra deserta dominata dalla presenza di alcuni orologi molli, dalla consistenza quasi fluida, simboli dell'elasticità del tempo.
 
Gli astrattisti  tolgono ogni riferimento alla realtà,  procedono in maniera totalmente autonoma rispetto alle forme reali, per cercare e trovare forme ed immagini del tutto inedite e diverse da quelle già esistenti per suscitare emozioni interiori, utilizzando solo la capacità dei colori di trasmettere delle sensazioni.
 
Per Pollock il mondo appare sempre più senza via d’uscita, la vita è un labirito dove nessun filo di Arianna lo aiuterà  a ritrovare la strada e lo condurrà fuori da esso, in un luogo sicuro, in un porto tranquillo. Il groviglio della matassa è troppo intricato e essa non si dipana.
 
I Concetti – Spaziali – Attese  di Fontana ricercano la terza dimensione: egli lavora con tagli verticali e buchi, che gli offrono la possibilità di mettere in relazione la superficie della tela con lo spazio. Lo spazio ha una propria fisicità, non è vuoto, ma è materia: è una superficie attraversata dalla luce. L’attesa è il tempo dell’assenza, che presuppone un presente e un futuro. Si apre la strada ad un’arte concettuale, e ciò che sta dietro a una di queste opere è la parte più importante. L’operazione artistica consiste nello sfondamento della tela, attraverso un taglio creato nella materia. La tela adesso è lacerata da uno o più squarci verticali, che invece di indicare distruzione suggeriscono piuttosto delle possibili aperture verso l’altrove, verso un’altra dimensione oltre i limiti imposti dalla piattezza del dipinto. L’arte ha perso qualsiasi funzione figurativa, ma il dipinto contiene un passaggio verso un'altra dimensione.  Che sia una via di fuga?

Elisa Marianini

 
 
 
…E UNA FARFALLA DIURNA, MA CON LE ALI D’ORO, VOLAVA NEI CIEL
 
E’ nel dna Laura, lo celavi, ma il dolore affannava i cuor …
 
 
Encausto, colori iridescenti  e metallici su mdf, cm 80 x 80
 
 
 
 
Quello che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo chiama farfalla.
(Lao Tzu)
 

 
Nel dipinto è rappresentata la metamorfosi di una vita attraverso la simbologia della germinazione e della farfalla. Questa germinazione prende consistenza e si sviluppa su un terreno fertile di pensieri, azioni, volontà, amicizia, amore. Questo terreno, se messo a frutto, continuerà a germinare, trasmettendo la fiducia in un'armonia superiore capace di rendere eterno e spirituale ciò che nasce nel mondo fisico materiale. Le forme simboliche rimandano sia alle conchiglie,  le quali ci indicano la rinascita e alludono all'origine di una nuova vita, che ai ventagli  simbolo dell'anima. Infatti la loro forma simboleggia la vita che inizia da un punto, il perno, e gradatamente si espande man mano che si amplia l'esperienza e si accumula il vissuto. Anche la pianta di ginkgo biloba può essere richiamata da queste forme. Essa è la pianta più antica presente sul nostro pianeta, arrivata quasi immutata fino ai nostri giorni – come fosse un fossile vivente – tanto che in Giappone è ritenuta albero sacro. Un altro suo appellativo è quello di “albero della vita” per la straordinaria capacità che la contraddistingue: quella di resistere a ogni tipo di avversità.
 
Il colore dello sfondo è bronzato  richiamando anch’esso la forza e la natura terrena della vita, ma che si trasforma in oro  come la farfalla al centro.  Essa allude alla vita e alla rinascita, infatti, in greco il suo termine equivale a “Psiche” significando anche anima.  La farfalla è sostanzialmente l’emblema della trasformazione e metamorfosi poichè da essere strisciante di terra diventa un essere volatile di cielo in una mistica compenetrazione tra il mondo visibile e l’invisibile, il punto d’incontro tra il tempo e l’eternità. La crisalide che incomincia a incrinarsi per fuoriuscire esprime una forza che agisce dall’interno. La farfalla diviene simbolo dell’anima liberata dalla materia e  le moltissime varietà di sfumature delle sue ali  esprimono la bellezza e la varietà delle tante anime e dell’amore.
Elisa Marianini
 
   "Il Pianeta Blu"
 
Colori metallici e iridescenti, encausto e malta su tela  Mis: cm 120 x 90
 
  
 Chi vuole guardare bene la terra deve tenersi alla distanza necessaria.
(Italo Calvino)
 
Il nostro pianeta è un luogo meraviglioso e noi abbiamo il privilegio di abitarlo. La terra è l’unico pianeta del sistema solare, dove grazie al suo particolare clima e alla presenza di acqua, l’uomo può vivere, godendo quotidianamente di un terreno su cui poter coltivare,  di paesaggi meravigliosi da poter ammirare, di un mare dove poter tuffarsi. La nostra Madre Terra, baciata dalla luce del sole, rischiarata nelle notti serene dalla luna, è attorniata dai due astri che rimandano all’universo maschile solare e a quello femminile lunare, ricordandoci l’intima unione degli opposti. Fu la Luna però e non il Sole il primo corpo celeste ad attrarre l’attenzione dei nostri avi sull’esistenza di cicli astronomici. Il Sole a causa del suo bagliore che rende invisibili anche le stelle è possibile contemplarlo solo per pochi minuti, cioè all’alba e al tramonto, mentre i mutamenti della Luna, realizzandosi in tempi brevi  sono facili da osservare. Il fenomeno delle fasi lunari fa sì che l’aspetto della luna cambi regolarmente da quello di una sottile forma di falce a disco pienamente illuminato. La Luna crescente e decrescente è il simbolo del tempo che passa, della vita che scorre ed è stata spesso cantata dai poeti antichi e moderni,  e durante gli anni a noi più recenti, missioni speciali sono partite alla sua scoperta.
 
La Terra è conosciuta come il pianeta blu, termine che in inglese ha anche il significato di “triste”. Nella cultura americana l’espressione “feeling blue”, letteralmente sentirsi blu, allude al sentirsi triste e blu era anche il colore delle bandiere delle navi quando moriva il capitano o un alto ufficiale. Non  a caso David Bowie nella canzone Space Oddity  “Stranezza Spaziale” - prendendo spunto dalla missione della Nasa “Apollo 11” del 1969 che ha avvicinato l’uomo alla luna -  usa questo termine in riferimento alla Terra proprio per dare una sensazione di malinconia, di tristezza, di abbandono ma anche di serenità,  invitandoci ad una riflessione sulla condizione dell’astronauta, l’uomo che, inconsapevolmente già famoso sulla Terra, si trova spaesato davanti all’immensità  e al silenzio dello spazio vedendo la Terra in lontananza, piccola, blu. Niente sembra in suo potere e ammirando la bellezza che gli si presenta davanti possiamo comprendere la sua emozione. La malinconia, è l’emozione che assale l’uomo in questa circostanza, ma non è sempre da considerarsi negativa, dato che è giusto accogliere in noi un arcobaleno di emozioni, incluse quelle “blu”, o più tristi, perchè ci invitano alla riflessione e a dare un giusto valore a tutte le altre emozioni e cose.  
 
L’uomo guardando da distanza il nostro pianeta riesce a capire la sua bellezza e fragilità. Satelliti artificiali ci restituiscono quotidianamente immagini straordinarie e preoccupanti allo stesso tempo. Spesso, gli interventi umani sull’ambiente sono un pericolo distruttivo per le forme di vita e costituiscono occasioni di malattia e di morte per l’uomo stesso.  Correggendo il nostro comportamento possiamo contribuire a salvare la Terra garantendo il benessere anche alle generazioni future. Astronauti e ambientalisti stanno lavorando assieme, poiché attraverso la divulgazione della conoscenza scientifica a livello internazionale, con apposite iniziative e con l'impegno è possibile agire per la salvaguardia del nostro pianeta e dell’ambiente. Il destino della Terra dovrebbe essere nei cuori di tutti, poiché quello che facciamo oggi può contribuire a salvare il nostro pianeta blu, mentre tutto quello che non facciamo o peggio che facciamo senza alcun criterio può incalzare la catastrofe ambientale. Pascoli vede le stelle cadenti come il pianto del cielo su questa terra “atomo opaco del Male”, e ancora più toccanti sono le parole del filosofo argentino  Borges: “All'allievo che gli chiede se esiste il Paradiso, il maestro Paracelso risponde che il Paradiso esiste ed è questa nostra Terra. Ma esiste anche l’Inferno, e consiste nel non accorgersi che viviamo in un Paradiso”.
Elisa Marianini
 
 
“LA ROSA”

 
 
Encausto, malta, legno con colori iridescenti  e metallici   
 
 
Una rosa non ha bisogno di predicare. Si limita a diffondere il proprio profumo.
(Mahatma Gandhi)

 
 
      La rosa ha una simbologia molto complessa poiché ambivalente, potendo contemporaneamente significare perfezione celeste e passione terrena, tempo ed eternità, vita e morte, fecondità e verginità. Da secoli la rosa è comunque il simbolo dell’amore, della devozione e della bellezza. Simboleggia, inoltre, il segreto, basta considerare l’epressione “sub rosa” e lo svelare con delicatezza nel bocciolo che si apre. La rosa nei miti antichi era simbolo del silenzio e della riservatezza.
 
    I fiori in genere sono un allusione alla vita che fiorisce, alla positività, alla rinascita, al ciclo stagionale. Essi esprimono un dato sentimento e sono una perfetta copia della vita umana, poiché si seminano, crescono, sbocciano e appassiscono.
 
   Il fiore esprime un miracolo che sempre si rinnnova: la vita.


Elisa Marianini
 
 
“LA MAGNOLIA BIANCA”

 
 
Encausto, malta, legno con colori iridescenti  e metallici   
 
 
Il fascino di un fiore sta nelle sue contraddizioni − così delicato nella forma così forte nel profumo, così piccolo nelle dimensioni così grande nella bellezza, così breve nella vita così lungo il suo effetto.
(Terri Guillemets)

 
 
        La Magnolia è simbolo di dignità e perseveranza.  Una caratteristica che contraddistingue questo fiore è il profumo intenso che emana. Nella simbologia il profumo è un elemento purificante che connette cielo e terra e che avvicina al mondo onirico dei sogni. Il profumo ci avvicina alla spiritualità, ma soprattutto, ai ricordi, provocando in noi intense emozioni che ci coinvolgono profondamente.
 
    I fiori in genere sono un allusione alla vita che fiorisce, alla positività, alla rinascita, al ciclo stagionale. Essi esprimono un dato sentimento e sono una perfetta copia della vita umana, poiché si seminano, crescono, sbocciano e appassiscono.
 
   Il fiore esprime un miracolo che sempre si rinnnova: la vita.
 
ELISA MARIANINI

“Le colonne portanti”

 
 
80 x 60 cm
 
 
Colori metallici a cera, encausto e foglia argento

 
 
 
La cosa più importante che i genitori possono insegnare ai loro figli è come andare avanti senza di loro.
 
(Frank A. Clark)

 
 
 
 
In questo dipinto ho voluto rappresentare i genitori come colonne di un tempio – la casa –  all’interno del quale il loro compito più importante è quello di educare i figli alla vita e insegnare loro a distinguere il bene dal male. I genitori sono coloro che accompagnano mano per mano, che sollevano dalle cadute e insegnano a trarre “vantaggi” da esse. Ma le colonne non sono indistruttibili, la vita di una famiglia è fatta di gioie e dolori e durante il cammino si possono incontrare molti ostacoli che insieme possono essere comunque superati.
 
Sin dagli albori della civiltà, l’ingresso ai luoghi sacri e misteriosi era preceduto da due pilastri. Sia in arte che in architettura, le due colonne sono simboli archetipici che rappresentano un importante punto d’accesso o di passaggio. Esse rappresentano l’equilibrio tra due forze opposte ma complementari, quindi la  dualità:   irrazionalità e razionalità, dionisiaco e apollineo,  evidente e nascosto, chiaro e scuro, luce e tenebre, uomo e donna, materia e spirito. Senza una sintesi non potrà mai esserci armonia e equilibrio. La bellezza non sta nella misura e nell’ordine, non nell’assenza di contrasti, ma nel loro equilibrio.
 
Dall’abbraccio delle due figure-colonne si origina un cuore ed è proprio da lì che tutto passa e viene filtrato, il cuore è la connessione tra la nostra profondità e la superficie, il cuore porta l’emozione più profonda alla consapevolezza, alla luce, il cuore che torna alla calma dopo lo spavento, alla luce ed alla speranza richiamata dalla simbologia delle conchiglie, dei ventagli e dalle foglie della pianta di ginkgo biloba.  Le conchiglie alludono alla rinascita e all’origine di una nuova vita; i ventagli sono il simbolo dell'anima e della vita che inizia da un punto, il perno, che gradatamente si espande man mano che si amplia l’esperienza e si accumula il vissuto. La pianta di ginkgo biloba è invece,  la pianta più antica presente sul nostro pianeta, arrivata quasi immutata fino ai nostri giorni – come fosse un fossile vivente – tanto che in Giappone è ritenuta albero sacro e per questo posizionata all’ingresso dei templi. Un altro suo appellativo è quello di “albero della vita” per la straordinaria capacità che la contraddistingue: quella di resistere al ogni tipo di avversità.    
 
Infine, tre rose poste a triangolo chiudono il dipinto. Il triangolo è strettamente legato al numero tre esprimendo prevalentemente sia l’idea della divinità, riscontrabile nel simbologia della trinità, sia l’idea dell’ascesi dell’uomo verso il divino. La rosa, da sempre, ha una simbologia molto complessa poiché ambivalente, potendo contemporaneamente significare perfezione celeste e passione terrena, tempo ed eternità, vita e morte, fecondità e verginità, ancora una volta la dualità. Da secoli la rosa è comunque il simbolo dell’amore, della devozione e della bellezza. I fiori in genere sono un allusione alla vita che fiorisce, alla positività, alla rinascita, al ciclo stagionale. Essi esprimono un dato sentimento e sono una perfetta copia della vita umana, poiché si seminano, crescono, sbocciano e appassiscono. Il fiore esprime un miracolo che sempre si rinnnova: la vita.
 
 
Elisa Marianini

 
 
 
 
“Annunciazione”

 
 
21 x 21 cm
 
 
Colori metallici a cera, encausto e foglia argento

 
 
Non temere, Maria, poiché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai e partorirai un figlio e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio di Dio
(Vangelo di Luca)

 
 
 
In questo dipinto ho voluto rappresentare l’Annunciazione, simbolicamente collocata nove mesi prima del Natale, precisamente il 25 marzo.  L’ambiente è semplice e spoglio di ogni decorazione superflua, non ci sono elementi in sovrabbondanza e predomina una estrema povertà dello spazio, tanto che la scena è dominata dalle due sole figure dell’ Angelo e della Vergine.
 
L’Angelo è appena arrivato nella casa di Maria e con un gesto le  indica il cielo, Maria seduta indossa un vestito blu, colore del cielo stesso ed ha il busto reclinato in avanti in segno di accettazione totale.  Nell’atteggiamento di Maria, come scritto nel Vangelo, si può leggere paura, timore, per l’improvvisa apparizione, mentre l’Angelo cerca di infonderle tranquillità, poiché le sta dicendo di non temere poiché è Dio che lo manda perchè lei sta diventando madre di un bambino che chiamerà Gesù e che sarà il figlio di Dio. A ricordarci che tutto avverrà attraverso l’Immacolata Concezione è il vaso di fiori al centro simbolo della sua purezza verginale, mentre il raggio della colomba dello Spirito Santo dall’alto arriva proprio sulla figura di Maria mandato dal Padre Eterno.
 
In modo forte e intimo il divino entra in rapporto con l’umano. L’annunciazione indica come la stessa rivelazione di Dio dipenda dall’apertura dell’uomo che può scegliere di accettarla come ha fatto Maria, oppure no.
 
Elisa Marianini
 
 
 “La ragazza sottilmente idolo”
IL DIAMANTE ALLO STATO GREZZO
 
50 x 44 cm
 Colori metallici a cera, encausto e foglia oro
 
                                                
La luce del diamante è l’anima rubata alle stelle.
 
(Fabrizio Caramagna)
 
 
 
La giovinezza e la bellezza sono idoli, dietro i quali ci nascondiamo. Ma se crediamo nelle nostre capacità ci possiamo rendere conto dell’nconsistenza e della banalità di vivere solo di luce riflessa e solo nella superficialità. L’idolo è seducente ma sterile e vuoto. Come recita il salmo dell’antico testamento “Gli idoli delle genti sono argento e oro, opera delle mani dell’uomo. Hanno bocca e non parlano, hanno occhi e non vedono, hanno orecchi e non odono, hanno narici e non odorano. Hanno mani e non palpano, hanno piedi e non camminano”. La vita ci presenta spesso delle situazioni difficili da comprendere, e quello che percepiamo, vediamo, intuiamo, non sempre ci consente di acquisire coscienza delle cose e dei fatti. Per quanto noi possiamo essere accorti, ci manca l’accuratezza nel notare: se guardiamo controlliamo, se vediamo percepiamo con pathos vivo. Spesso il nemico peggiore si nasconde dentro di noi, nell’ultimo posto dove saremmo andati a cercare e spesso, tale nemico è il nostro servitore più fidato. L’uomo è come un diamante allo stato grezzo, non bello da vedere, una pietra preziosa da raffinare ma con infinite qualità  e potenzialità che si celano al suo interno.
 
Anche i giudizi sinceri nascondono in maniera grezza un diamante di altissimo valore, quando essi diventano discernimento proveniendo direttamente dall’Anima. Il discernimento è quella capacità di osservare nella sua pura essenza ogni situazione, non giudicando il giusto o l’ingiusto, ma vedendo oltre, non nella dualità, ma nell’unità. Come coloro che per illuminare una stanza scelgono di non combattere contro le ombre, ma  di aprire la finestra per far invece entrare la luce.
Ecco gli ultimi lavori legati agli acquari...

"e il naufragar m' è dolce in questo mare"
Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido
 

(Albert Einstein)

 
L'opera rappresenta simbolicamente la vita dell'uomo, un viaggio nel mare della vita dove si incontrano tante varietà di esperienze, cose, persone che possono arricchirci se sappiamo cogliere e apprezzare la bellezza della diversità.
 
I pesci possono essere paragonati a noi umani che nuotiamo in questo mare che è la vita. Dobbiamo fare attenzione, capiterà di sbagliare e occorre avere premura e tante precauzioni.
 
L’invito è quello di seguire  ognuno – col cuore –  la propria luce per ricercare la bellezza della vita e intraprendere quel sentiero che ci condurrà in fondali meravigliosi.
 
L’uomo può arrivare a comprendere che la vita stessa è  un opera d’arte, e che starà a noi liberarci dal superfluo e rendere percepibile in forme concrete la sua bellezza.
 
Al pari dello scultore che estrae la sua opera celata nel blocco di marmo o di pietra, e quindi secondo quanto affermava Michelangelo, con un’arte che “si fa per forza di levare”, io aggiungo che il compito dell’uomo che desidera costruire la sua vita, è quello di liberare la forma spirituale in esso contenuta.
 
Il mondo terrestre - anche nelle parole di Marsilio Ficino - è una “prigione”, dove le pure forme o idee sono “annegate” e “sfigurate da non potersi riconoscere”.
 
Così, noi tutti avvertiamo la “presenza dello spirituale entro il materiale”, e quella potente lotta che la forma avvia per manifestarsi, che possiamo paragonare alla continua lotta dell’anima per sfuggire al carcere della materia. Tutto questo si rivela anche nella nostra vita in quell’incessante percorso che l’uomo intraprende col fine di liberarsi dalla sua limitatezza.
Elisa Marianini

 
“DESIDERIO E ILLUSIONE”
 

 
40 x 40 cm
 
Colori a cera metallici, encausto su tela
 
 
“L'uomo non conosce altra felicità se non quella che egli si va immaginando, e poi, finita l'illusione, ricade nel dolore di sempre.”.
 
Sofocle
 
 
“Senza le illusioni non ci sarà quasi mai grandezza di pensieri, né forza, impeto e ardore d'animo, né grandi azioni che per lo più son pazzie.”
 
Leopardi
Elisa Marianini
 
 
  “ RESILIENZA”

60 x 50 cm
 
Colori a cera metallici, encausto su mdf, 2021
 
 
Se ami la vita, la vita ricambia il tuo amore.
 Arthur Rubinstein
 
 
In questo dipinto sono rappresentati dei fiori come allusione alla vita che fiorisce, alla positività, alla rinascita. Essi esprimono un dato sentimento e sono una perfetta copia della vita umana, poiché si seminano, crescono, sbocciano e appassiscono.
 
 
Questi fiori rappresentano la resilienza, la straordinaria capacità di resistere ad ogni tipo di avversità: sono la vita che sboccia nonostante le prove e le difficoltà. Comunque sia, la forza della vita e dell’amore supera tutte le avversità tanto che esse non riesciusciranno ad ostacolare il manifestarsi della bellezza, della libertà che i fiori rappresentano. Proprio dalle prove maggiori nascono le cose migliori, i fiori che sbocciano nelle avversità sono i più belli e rari di tutti.
 
Elisa Marianini

LA CROCIFISSIONE”
 

 Colori a cera metallici, encausto su legno
 
 

L’episodio della crocifissione si svolge in un luogo caratterizzato da un ambiente roccioso e brullo, al centro del pannello, domina la figura di Cristo. Egli appare isolato, sofferente ma composto nel suo dolore in attesa della morte. Alla sinistra dell’opera è raffigurato il buon ladrone che Gesù ha già perdonato e a cui ha già preannunciato il Regno dei Cieli, infatti è contornato dall’aureola della santità, mentre  a destra, il secondo ladrone si sta contorcendo negli spasimi del dolore.
 
Ad un lato della croce Maria è reclinata su se stessa, in un muto dolore.   Per una madre  la morte del figlio è l’avvenimento più doloroso e straziante, in particolar modo se avviene dopo lunghe sofferenze. Maria ha comunque in se la certezza della Resurrezione e della vittoria sulla morte del Dio fatto uomo conoscendo il valore salvifico che questa morte avrà per l’intera umanità.
 
Giovanni si contorce nel cordoglio tendendo le mani verso la croce, verso il corpo di Cristo. Un buio di penombra avvolge l'angosciante silenzio della scena e il paesaggio, che si dispiega oltre il patibolo in un crepuscolo di morte mostra una natura partecipe, raggrumata come il sangue dell'Uomo-Dio. Gesù rivolgersi a Maria, sua madre, e al discepolo che è lì accanto afferma: “Donna, ecco tuo figlio!” – “Figlio, ecco tua madre!”.
 
E’ un reciproco prendersi a cuore di quello che sta avvenendo. In queste parole e in questo gesto si comprende il vero insegnamento umano di Gesù, un atto di amore. Un sentimento profondamente umano il suo, che ci invita ad unirci, a sostenerci a vicenda nelle difficoltà, nella sofferenza che come allora, anche adesso è sotto gli occhi di tutti. Aiutare i più deboli, porgere l’altra guancia, essere umili e disinteressati sono gli insegnamenti più alti che Gesù Cristo ci ha trasmesso.
Elisa Marianini

"GERMINAZIONE"

Se ami la vita, la vita ricambia il tuo amore.
Arthur Rubinstein

Su questa tela è rappresentata la vita attraverso colori tenui ma allo stesso tempo gioiosi, proprio perché l'origine di una nuova vita porta felicità, come la germinazione di un amore. Questa germinazione prende consistenza e si sviluppa sul fondo di un terreno fertile di pensieri, di azioni, di volontà, di amicizia. Questo terreno, se messo a frutto, continuerà a germinare, trasmettendo per gemmazione la fiducia in un'armonia superiore capace di rendere eterno e spirituale ciò che nasce nel mondo fisico materiale.
Le forme simboliche rimandano sia alle conchiglie, le quali ci indicano la rinascita e alludono all'origine di una nuova vita, che ai ventagli simbolo dell'anima. Infatti la loro forma simboleggia la vita che inizia da un punto, il perno, e gradatamente si espande man mano che si amplia l'esperienza e si accumula il vissuto. Anche la pianta di Ginkgo biloba può essere richiamata da queste forme. Essa è la pianta più antica presente sul nostro pianeta, arrivata quasi immutata fino ai nostri giorni – come fosse un fossile vivente – tanto che in Giappone è ritenuta albero sacro. Un altro appellativo è quello di “albero della vita” per la sua straordinaria capacità di resistere al ogni tipo di avversità.
Bottega d’arte e restauro: Via del Porcellana, 39/b, 50123 Firenze Tel: 055-219250
Studio artistico: Traversa del Mugello SP 551, Via Provinciale 14h, 50038 Scarperia San Piero (FI)
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