La mostra raccoglie trentatacinque opere della pittrice e storica dell’arte Elisa Marianini eseguite nel corso di un periodo di tempo di circa venti anni, le quali raccontano e ci immergono nel mondo alto e terreno di Fabrizio De André, di cui Elisa ha preso conoscenza sin dalla giovane età grazie al padre Foresto.
La mostra intende portare avanti un progetto attraverso diversi appuntamenti anche itineranti in teatro, in luoghi di cultura, nelle scuole, nella vita sociale per trasmettere emozioni, partendo dalle canzoni e dal pensiero di Fabrizio affinché anche le nuove generazioni possano farne tesoro e trarre ispirazione, come è avvenuto per Elisa, la quale in maniera originale, riscopre e propone un “Nuovo Umanesimo” affiancato a concezioni neoplatoniche.
Le opere sono quindi tutte accomunate da una riflessione sull’universo poetico di Fabrizio De Andrè e sono rigorosamente eseguite secondo una tecnica artigianale dove prevale l’utilizzo dell’encau¬sto e della malta cementizia, uniti a colori metallici preparati con pigmenti iridescenti e leganti naturali, oltre all’impiego di colori acrilici, tempere, oli e vernici, foglia oro e foglia argento.
Ingresso libero e gratuito alla mostra, visitabile negli orari indicati e possibilità di visite su appuntamento telefonando
al numero 3392933799 oppure prenotando via mail
orari di apertura:
martedì e sabato 9-13 /16-19
lunedì e giovedì 16-19
domenica visite su appuntamento
Temporaneo cambio di orari:A causa di impegni lavorativi gli orari indicati subiranno delle variazioni, soprattutto il laboratorio del Mugello dove si consiglia sempre la prenotazione, anche se rimane confermata l'apertura pomeridiana del sabato (con visita guidata alle 17,00 alla mostra in corso) e del lunedi.
Per acquisti relativi alle opere presenti in mostra durante il periodo della rassegna - dal 16 settembre 2018 al giorno 11 gennaio 2019 - sarà applicato uno sconto del 10% sul prezzo delle opere
il sabato successivo 22 settembre 2018 alle ore 17,00 evento in occasione del festival promosso da Serena Dandini su L'eredità delle donne
Volammo davvero in direzione ostinata e contraria: Alfonsina Storni incontra Fabrizio De André nelle opere di Elisa Marianini
Il mare, la poesia, la donna, l’ansia di giustizia, la solitudine, la forza e la fragilità umana, tematiche attualissime che accomunano due artisti, una poetessa argentina e un cantautore genovese. Alfonsina Storni incontra De Andrè nelle opere ad encausto e colori iridescenti della pittrice e storica dell’arte Elisa Marianini.
L’evento col patrocinio dell’Unione dei Comuni, del Comune di Borgo San Lorenzo (FI) e il contributo della delegata alle pari opportunità professoressa Emanuela Periccioli, con Proloco, Banca del Tempo Mugello, scuola Perry Wirton e Artemisia, prevede una visita guidata in atelier tra colori, poesie, letture e parole, per riflettere in maniera approfondita sul ruolo della donna, tema affrontato dalla pittrice in una mostra recentissima dal titolo “L’altra metà del cielo” (3 dicembre 2017 - 8 marzo 2018 Atelier Elisa Marianini in Loc. La Torre, Scarperia San Piero) e soggetto di molte canzoni di De André.
Saranno declamate poesie di Alfonsina Storni di fronte alle opere pittoriche che la celebrano, proposte letture e racconti di storie femminili anche in riferimento a Fabrizio De André, donne alle quali anch’egli dona dignità esaltandone i valori.
Tra le opere più significative considerate è “La voce della conchiglia” - già presente nella precedente mostra dedicata alla donna – pensata per ricordare Alfonsina Storni, una poetessa originaria del Canton Ticino trasferitasi con la famiglia in Argentina all'età di quattro anni, morta suicida nel Mar del Plata.
Durante i primi decenni del secolo scorso, Alfonsina è stata il simbolo della donna moderna unendo al desiderio di tenerezza la rivendicazione di valori di libertà, rifiutando in primo luogo il vincolo di subalternità nei confronti dell’uomo.
Nella sua poesia il sogno si contrappone alla realtà di tutti i giorni, al suo grigiore e al suo vuoto.
In molte poesie Alfonsina Storni aveva parlato della morte nel mare - Frente al mar (1919), Un cementerio que mira al mar(1920), Alta mar (1934) - visto come casa-tomba, come un fluido luogo di quiete infinta, da contrapporre alla pesantezza della terra: luogo di lotta quotidiana, di sofferenza, di incomunicabilità e di pena.
Nella poesia YO EN EL FONDO DEL MAR Alfonsina afferma che “In fondo al mare c’è una casa di cristallo”, vedendo in essa quella trasparenza e sincerità che sulla terra non aveva trovato.
Le opere “La voce della conchiglia” e “Fiore violato”, propongono il tema della fragilità umana, della solitudine e della sofferenza di donne, vissute purtroppo, nell’indifferenza di molti. Opere queste che segnano un passaggio di testimone tra la mostra precedente “L’altra metà del cielo” e quella attuale, dove molte donne sono ancora protagoniste, adombrate da una società maschilista ma innalzate a figure eroiche dal cantautore, da Marinella a Bocca di Rosa: una continuità di pensieri per intraprendere un percorso di vita insieme, cogliendo le differenze tra i sessi come complementarietà da integrarsi a vicenda in una innovativa complessità e non come antitesi.
non mancate!!!!